Una delle parole più difficili da dire per molte persone è NO. Figuriamoci quando lo si deve dire al proprio capo. Perciò voglio darti qualche suggerimento, innanzitutto per capire se è il caso che quel NO venga detto e, se sì, come dirlo.

Partiamo con una serie di domande da fare a te stesso per capire in quale situazione ti trovi rispetto alla richiesta che ti fa il capo.

Quando dire di no al proprio capo

  • Ho già la totalità del mio tempo impegnato in altre attività importanti e non riesco a dedicarmi in modo efficace a questo nuovo compito?
  • Posso delegare altre attività in cui sono impegnato per fare posto a questo nuovo compito?
  • Posso rimandare altre attività in cui sono impegnato e mettere questo nuovo compito come priorità?
  • Il dire sì a questo nuovo compito, mi permette comunque di portare avanti le mie altre attività senza disguidi?
  • Ho le abilità per portare a termine questo nuovo compito?
  • Sono l’unica persona che può prendere in carico questo nuovo compito?
  • È qualcosa di legale e lecito?

Che risposte hai dato? È un compito che tutto sommato puoi portare avanti oppure è importante dire no. Se siamo nel secondo caso, iniziamo a distinguere le pessime ragioni dalle buone ragioni per dire di no al tuo capo.

Ovviamente non possiamo permetterci di dire no solo per capriccio. E soprattutto non possiamo farlo perché, secondo noi, le “nostre” ragioni sono importanti. Mettiti nell’ordine di idee che non sono necessariamente così importanti per il capo e per l’azienda stessa.

Quando non dire di no al proprio capo

Ad esempio, ecco alcune pessime ragioni per dire di no:

Il compito che mi vogliono affidare è troppo difficile.

  • Non è parte della mia job description.
  • Sono in un momento della mia vita in cui ho il focus su altro e quindi non riesco a concentrarmi sul nuovo compito.
  • Non voglio avere questa responsabilità.

L’arte della leadership è dire di no, non dire di sì. È molto facile dire di sì.
(Tony Blair)

Da business coach ho notato che questo tipo di ragioni tendono a fare semplicemente arrabbiare chi ti deve gestire… ed è facile che comunque ti venga assegnato il compito con un bel “non mi interessano le tue scuse” o il più classico “non te lo sto chiedendo, te lo sto dicendo”.

Dall’altra parte invece ci sono alcune buone ragioni per dire di no e, se il tuo capo è una persona un minimo ragionevole, ci sta che capisca queste motivazioni (se comunicate bene):

  • Non ci sono abbastanza ore nel giorno per fare ciò che servirebbe per portare a termine questo nuovo compito, neppure arrivando al lavoro presto e andando via tardi.
  • Se dicessi sì, tutte le altre attività in cui sono impegnato ne risentirebbero.
  • Non ho le competenze necessarie per poter portare a termine questo nuovo compito e non riuscirei a farlo in tempo.

A lei nessuno ha mai detto di no, vero?
Beh, di solito dicono: “no, no, ti prego, non uccidermi…”
(Dal film ‘Terapia e pallottole’)

Se hai delle buone ragioni, vediamo alcuni spunti su come dire no al tuo capo, in modo da alzare le possibilità di successo.

Come dire di no al capo

1. Gestisci il tuo stato, soprattutto se la richiesta del tuo capo ti ha stizzito. Prima calmati e valuta attentamente le tue ragioni (fatti le domande sopra), l’impatto sul tuo capo e sull’azienda, le alternative. Pensa alle potenziali obiezioni che il tuo capo potrà sollevare e come puoi rispondere. Ricorda di presentare le tue motivazioni orientandole al bene dell’azienda e non ai tuoi interessi personali.

2. Muoviti il prima possibile, in modo tale che il tuo capo possa chiedere a qualcun altro. Il peggio è trovarsi all’ultimo momento dovendo cercare qualcuno che ti rimpiazzi. Fissa un appuntamento con lui alla primissima occasione e spiegagli la tua comprensione della situazione, le tue motivazioni del rifiuto e le opzioni alternative a cui hai pensato per raggiungere il medesimo risultato.

3. Prepara la tua “to-do”: se la motivazione del tuo rifiuto è legata al tempo, prepara una lista di tutte le attività in cui sei impegnato; può darsi semplicemente che il tuo capo non sia consapevole di tutto ciò che stai già facendo. Se pensi che le altre attività in cui sei impegnato possano rimetterci dall’accettare il nuovo compito, spiegalo al capo. Molto spesso apprezzerà la tua onestà e il tuo senso del dovere.

4. Scegli bene le tue parole: non iniziare mai una conversazione con il NO (e affini) perché questo spinge l’altra persona a difendere la propria posizione (soprattutto, essendo il tuo capo, si sentirà in dovere di farlo per principio). Inizia spiegando che il tuo primo interesse è quello aziendale e dai le ragioni (oneste, logiche, realistiche) per cui, in quest’ottica, non è possibile soddisfare la sua richiesta. Ricordagli durante l’incontro che il tuo obiettivo è di fare in modo che lui e l’azienda abbiano successo e proponi delle alternative per far sì che l’attività in oggetto venga comunque portata a termine. Se non hai le capacità necessarie, ammettilo tranquillamente al tuo capo. È molto meglio arrossire prima piuttosto che (il capo si ritrovi a) sbiancare dopo. Impegnati poi per acquisire velocemente quelle abilità, soprattutto se serviranno per compiti futuri.

5. Offri delle alternative: se non puoi o non vuoi eseguire quel compito, il fatto di proporre delle alternative è un ottimo modo per convincere il tuo capo che il tuo rifiuto non significa che l’attività non verrà portata a termine (sua più grande paura). Può essere rimandata o delegata a qualcun altro? Presentare delle altre possibilità nel momento in cui dici no, darà il messaggio al tuo capo che hai a cuore i suoi interessi e quelli dell’azienda e quindi lo renderà più disponibile a vedere il tuo punto di vista.

In conclusione un ultimo accorgimento: ricorda che la grande differenza, oltre alle buone ragioni, viene fatta da come le trasmetti. Infatti le tue abilità di comunicazione determinano il significato che le altre persone (e quindi anche il tuo capo) daranno al tuo messaggio. Quindi, indipendentemente dalla validità delle tue intenzioni e delle tue ragioni, fai sempre attenzione al messaggio percepito dall’altro e sii flessibile e disposto a cambiare le tue modalità se non ti permettono di arrivare al risultato voluto.

E tu, come hai detto no al tuo capo ultimamente? Lo hai mai fatto?