Se anche a te piace tuffarti dentro un libro per vederne da vicino le emozioni nascoste tra le righe, se ami annusarne il profumo antico e tornare con la mente a ciò che esso rappresenta, se godi all’idea di sentire come le tue dita, scivolando tra un foglio e l’altro, suonano uno strumento musicale dalle mille note, allora lascia che ti racconti una storia.

È una storia che in realtà conosciamo tutti e parla del bambino italiano più legnoso al mondo: il solo, il grande, l’unico Pinocchio.

Pinocchio è famoso per le sue bugie. Ma oggi voglio sfruttare questo spazio per concentrarmi su un altro aspetto di questa magica storia: l’abilità di mantenere i buoni propositi.

Prima di iniziare nella sua girandola di disavventure che lo porteranno a diventare un bambino vero, Pinocchio pareva davvero determinato a mettere la testa a posto. Infatti decise di andare a scuola.

Il buon Geppetto, pieno di speranze, mescola sacrifici e abilità manuale per preparare tutto l’occorrente all’educazione del burattino.

Così Pinocchio si mette allegramente in cammino verso la scuola, sperando di non incontrare Aldo, Giovanni e Giacomo (100 punti a chi la capisce) :-)

[…] Oggi, alla scuola, voglio subito imparare a leggere: domani poi imparerò a scrivere, e domani l’altro imparerò a fare i numeri. Poi, colla mia abilità, guadagnerò molti quattrini e coi primi quattrini che mi verranno in tasca, voglio subito fare al mio babbo una bella casacca di panno. Ma che dico di panno? Gliela voglio fare tutta d’argento e d’oro, e coi bottoni di brillanti. […]

Tratto da “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi

Quanti buoni propositi! Vai Pino siamo tutti con te, facci sognare.

E infatti Pinocchio ci fa sognare molto a lungo, circa un nanosecondo di racconto. Finché la musica, proveniente dal Gran teatro dei burattini, lo distrae irreparabilmente e lui abbandona tutti i buoni propositi.

Probabilmente a te non sarà mai successa una cosa del genere, ma sono sicuro che conosci un amico, parente, cugino molto vicino… che inizia l’anno, la stagione, la settimana con tanti buoni propositi da fare accapponare il fondotinta a una finalista di Miss America.

Qualcosa del tipo:

«Benissimo! Dal primo gennaio ho intenzione di brevettare la fusione fredda, scoprire il Santo Graal, imparare 7 lingue, fare il giro del mondo in 80 giorni camminando sulle mani, guadagnare mille mila euro al giorno. E se mi rimane tempo risolverò il problema della fame e stabilirò la pace nel mondo».

Ok, forse anche un po’ meno… :-) ma quante volte, pur sapendo cosa avremmo dovuto fare in quel preciso momento per costruire i nostri risultati nel tempo, ci siamo lasciati andare alla mollezza di un piacere immediato, salvo poi piangere salate lacrime di coccodrillo qualche tempo dopo?

 

Cosa fare per mantenere i buoni propositi

Fermo restando che premiare gli atteggiamenti utili è cosa buona e giusta, cosa possiamo fare per mantenere i buoni propositi? Ecco 3 utili suggerimenti.

1) Pochi ma buoni! Cos’è realmente importante per te?

Una cosa che noto spesso in merito ai buoni propositi è quanto essi siano dispersivi e quantitativamente tanti. Talvolta per rimettere ordine e disciplina ai nostri pensieri è necessario l’intervento di un generale, se presidente tanto meglio:

“Ciò che è importante raramente è urgente e ciò che è urgente raramente è importante”

Dwight Eisenhower

Nell’articolo sul focus fantasma ti ho già spiegato quanto è importante concentrare la tua attenzione per attivare al meglio le tue risorse. Il punto è lo stesso: stai sul pezzo.

Inizia a chiederti:

  • Cosa è davvero importante per me in questo momento?
  • Cosa mi fa stare bene ed è buono per me (per il mio business/salute/famiglia/ecc.)?
  • Questa cosa è davvero urgente/importante per me o la sto facendo perché gli altri si aspettano che la faccia?
  • Cos’è che davvero mi piace fare?
  • Perché è così importante per me?

È più facile ottimizzare e prioritizzare i nostri propositi con queste domande.

 

2) Combatti la scusite

Di questa triste piaga ho già parlato nell’articolo sull’allenamento mentale contro gli alibi. È inutile cercare scuse. Si tratta sempre e comunque di una nostra scelta. Quando prendi un impegno, portalo semplicemente a termine.

Fai in modo che la tua parola abbia un peso. Specialmente la parola che spendi con te stesso.

Avere dei propositi veramente importanti per noi riduce enormemente il rischio di distrazioni e ci permette anche di perseverare nelle intenzioni nonostante le difficoltà.

“Quando il perché è forte il come si trova sempre”

 

3) Agisci

La definizione del dizionario alla parola proposito è: “ferma intenzione di fare qualcosa“.

Di conseguenza il punto è agisci! Ne ho parlato nel reportage del mio viaggio interstellare a Dagobah su come affrontare la paura.

Come amo ripetere nei miei corsi la gente spesso sottovaluta ciò che può fare nel lungo termine e sopravvaluta cosa può fare nel breve termine.

Qualsiasi proposito, obiettivo o risultato si costruisce un passo alla volta. Sottovalutare l’impegno quotidiano, procrastinare e rimandare a quando “avrò più tempo” ti porterà a essere sommerso da Post-it di cose da fare come Jim Carrey in “Una settimana da Dio”.
Mangia l’elefante un panino alla volta.

Quindi, riassumendo: Focus, No Scuse e Fare. Questa è la chiave.

 

Se vuoi effettivamente ottenere in maniera costante il meglio di te, trasformare i tuoi propositi in obiettivi e raggiungerli, non è necessario piantare le speranze nel campo dei miracoli, affrontare Mangiafuoco o vivere nella pancia di una balena.

Io e Roberta saremo felici di essere il tuo grillo parlante e la tua fata turchina (so che questa metafora mi costerà cara :-) ) e allenarti dal vivo durante il prossimo PNL Practitioner. Se vuoi saperne di più, clicca qui sotto.

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