Uno dei problemi più diffusi al giorno d’oggi è l’esitazione. Per esempio, un ragazzo va in discoteca e vede una coetanea che lo affascina e con cui vorrebbe passare un po’ di tempo piacevole. La cosa più naturale sarebbe avvicinarsi, presentarsi, chiederle di ballare o offrirle un drink e così rompere il ghiaccio.

Ciò che invece accade la maggior parte delle volte è una scena totalmente diversa.

Il dialogo interno del ragazzo è più o meno questo: «Una ragazza così bella non sarà mai interessata a uno come me», giusto per motivarsi un po’.
Poi sale sul pendolo dell’indecisione: «Vado o non vado, vado o non vado?»
E infine una bella domanda potenziante: «E se poi mi rifiuta?».

Nel frattempo il problema si è risolto da solo perché la ragazza sta ballando con qualcun altro che non ha perso tempo a farsi paranoie. E mentre lei è lì nel locale che si diverte, il nostro amico è frustrato perché si è fatto sfuggire un’altra occasione.

Ho usato l’esperienza classica del ragazzo in discoteca, ma sai benissimo che una scena simile può avvenire in qualunque altro contesto di vita personale e professionale. Quindi che fare?

 

Essere un eroe per affrontare la paura

Stamattina mentre io e Yoda bivaccavamo su un prato degli Hollywood Studios di Orlando, riscaldati dal fuoco della passione per la vita, il DJ di Radio Dagobah, un certo Ziggy, trasmetteva Heroes di David Bowie.

Ascoltandola mi sono soffermato su una frase “We can be heroes, just for one day” e ho pensato che è proprio vero: possiamo tutti essere eroi, ma perché limitarci a un solo giorno? E soprattutto cosa ti serve per essere eroe? E per essere eroe di te stesso?

Le risposte possono essere tante e molto varie, ma se ad esempio iniziassi a chiederti:

  • Dove sono adesso? [Se rispondi «davanti allo schermo» userò i poteri Jedi per bannarti]
  • Dove voglio arrivare?
  • Qual è il mezzo di trasporto necessario per muovermi verso il mio obiettivo?

Le prime due risposte dipendono da una tua personale consapevolezza (magari tratteremo un’altra volta l’indagine dell’inconscio) ma alla terza ti rispondo io: usa un X-Wing.

«Alle ma cosa c@$%o stai dicendo?». Capisco la tua reazione e ti chiedo di essere paziente, altrimenti Yoda si infastidisce e inizia ad arricciare il nasino e issare le orecchie.

 

Fare o non fare. Non c’è provare!

Se hai già visto l’episodio V di Star Wars, ricorderai il momento in cui Luke prova – con poca fiducia in se stesso e nei poteri appresi fin lì – a tirar fuori dal laghetto melmoso di Dagobah il suo X-Wing (caccia stellare) naufragato dopo un parchieggio perfiettoooooo alla Ace Ventura.

Le parole di Yoda nel dialogo con Luke sono cosi straordinarie da farmi credere che George Lucas – magari viaggiando nel tempo o tra gli universi paralleli – sia stato a un PNL Practitioner prima di scrivere la sceneggiatura del film.

Ti cito le frasi che ritengo più significative:

Yoda: «Sempre per te non può essere fatto»
Luke: «Maestro spostare delle pietre è una cosa, questo è tutto diverso» (riferendosi alla navetta spaziale X-Wing)
Yoda: «No, non diverso. Solo diverso in tua mente. Devi disimparare ciò che hai imparato»
Luke: «D’accordo ci proverò»
Yoda: «NO, provare no. FARE o non FARE. Non c’è provare!»

Mi rendo conto che se non sei appassionato della saga al momento avrai due “soli di Tatooine” grossi cosi… ma abbi fede nella forza (in pratica continua a leggere).

A quel punto Luke inizia un dialogo interno che, secondo me, suona più o meno così: «Vabbè, lo dice sto nanetto, proviamo così tanto per… ma non ci credo molto».
Secondo te quale risultato ha ottenuto? Nonostante il chiassoso sostegno del fedele robottino R2-D2, una sorta di google maps galattico in formato “Emiglio è meglio” (questa la capiranno solo i quindicenni con 25-30 anni di esperienza), ovviamente il risultato è nulla di fatto.

Ed ecco che Luke razionalizza e inventa subito una bella scusa (non aveva ancora letto il mio articolo allenamento mentale contro gli alibi): «Non ci riesco. È troppo grossa».

NOOOOOOOO!!! (Urlo galattico, sempre di Yoda, non mio). Immagina che nervi stellari possa aver avuto in quel momento Yoda.

Tuttavia, raggrinzito ma sempreverde, Yoda si concentra, fa ricorso alle sue risorse e AGISCE! E mentre le smorfie e le rughe marcano un viso dolcemente geriatrico dimostra a Luke che SI PUO’ FAAAREEEEE!

Luke sorpreso e meravigliato si rivolge al maestro dicendo: «Non posso crederci».
Ed è qui che Yoda conlcude serafico con un meraviglioso: «Ecco perché hai fallito».

Che fantastico momento di formazione deve essere stato per Luke, vero?

 

Consapevolezza, studio e azione

Egli infatti, come tutti noi, ha attraversato le diverse fasi del cerchio della crescita personale: CONSAPEVOLEZZA, STUDIO, AZIONE.

Si trova da Yoda proprio per trasformarsi da allievo Padawan a cavaliere Jedi ed essere pronto ad AGIRE.

In questo Tao del miglioramento personale lo Yin e lo Yang si congiungono in un anello cesellato dai due verbi gemelli siamesi della PNL: decidere e agire.

Quando decidi che una determinata cosa sia utile per la tua vita allora AGISCI. Chiudi il cerchio del benessere, del successo, dei risultati (chiamalo come ti pare).

Immagina una ruota composta da tre pezzi collegati fra loro. Bene, adesso togli un pezzo e prova a farla girare: girerà?

L’azione è spesso il pezzo mancante.

Ma come mai ci si ferma proprio lì sullo start? Come mai le persone fanno spesso invecchiare nella stalla i cavalli della potenza del loro io quando invece potrebbero scaricarli in pista semplicemente facendo il fatidico primo passo?

La risposta quasi sempre ha lo stesso nome: PAURA.

La paura blocca il ricorso (AZIONE) alle risorse che hai (CONSAPEVOLEZZA) o che hai allenato (STUDIO), non ti permette di chiudere l’anello e ti fa rimandare, rimandare e poi rimandare. E chi rimanda rimane fermo. E se oggi rimani fermo, in realtà, stai andando indietro… perché tutto il mondo sta andando avanti.

Tuttavia, come ho già scritto in un precedente articolo su come superare paura di parlare in pubblico che ti invito a rileggere, noi non abbiamo la paura, facciamo la paura.

Yoda aggiungerebbe che “La paura è la via per il lato oscuro, la paura conduce all’ira, l’ira all’odio, l’odio conduce alla sofferenza”.

Il fallimento non esiste

«Eh vabbè Alle ma se poi fallisco?»
Ecco questa è proprio la frase motivante di cui hai bisogno” AHHHHHHHHH! (Questa volta sono io, non Yoda). Quante volte devo ripetertelo? Per ogni esperienza hai due opportunità e nessuna contempla il fallimento.

  1. Hai successo grazie alla tua preparazione oppure, qualche volta capita, grazie al c-factor. In questo caso è quella che gli anglosassoni chiamano winning experience.
  2. Non ottieni il risultato che vuoi e impari come migliorare la tua strategia per avere successo la prossima volta. In questo caso si tratta di una learning experience.

“Un giorno a paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno” – J.W. Goethe

La PNL è utilissima in entrambi i casi. Ti può aiutare a prepararti per il successo oppure a rimodellare a tuo favore gli insuccessi e a capire dove puoi migliorare.

Immagino ti piaccia l’idea di essere un persona coraggiosa, vero? Be’ ricorda che il coraggio non è l’assenza di paura. E infatti il coraggio si può manifestare solo quando c’è paura.

Quindi smettila di provare e inizia a credere in ciò che fai e a fare ciò in cui credi.

AGISCI

Fai il primo passo. Il secondo e il terzo saranno più semplici e quelli successivi verranno quasi da sé. E quando ci farai caso ti renderai conto di essere già in corsa verso la vita che desideri perché sarai diventato un eroe “forever and ever”.

Buona azione.

Se vuoi imparare le più efficaci strategie pratiche per migliorare la tua vita personale e professionale ti aspetto al nostro corso PNL Practitioner, il corso più completo in Italia di Programmazione Neuro Linguistica.

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